«La libertà di espressione che è alla base della scelta e che si suppone di trovare nel fotogiornalismo, ha un riscontro con la realtà? La risposta è che forse ci sono delle eccezioni, ma nella grande maggioranza dei casi la libertà di espressione, soprattutto dopo il periodo di rodaggio, diventa una assai vaga chimera. Non sto parlando della tecnica fotografica e di tutte le libertà connesse alla tecnica, ma della libertà di interpretazione che dovrebbe esserci all’interno di ogni fotografia.
Le fotografie consegnate a un giornale vengono tagliate, rivoltate, manipolate, didascalizzate in maniera qualche volta indecente a uso e consumo di un prodotto finale che forse riesce a soddisfare certi interessi, ma assai difficilmente questi interessi sono anche quelli del fotografo. Dove è dunque la libertà di esprimersi se qualche volta non c’è neppure quella di documentare onestamente?»
Calogero Cascio