«Il fotogiornalista che ritorna da un viaggio, dopo avere abbracciato familiari e amici, sviluppato e stampato, si appresta a conoscere il significato economico del suo viaggio… Il fotografo-viaggiatore (a meno che non voglia assumere l’aspetto dell’autostoppista con macchina fotografica) deve avere un capitale da investire… Oppure può fare campo-base in Italia e qui produrre per i giornali. A questo punto, però, l’interesse per il mestiere di fotogiornalista (scelto in gran parte per le possibilità che dà di conoscere il mondo e spaziare) si intisichisce sia su un piano strettamente professionale sia su quello economico. Fatto così, il mestiere diventa un arrangiarsi alla meno peggio».
Calogero Cascio